1951-1961 La maturità artistica
Giovanni Maria Stoppani produce molto, su commissione (tombe, cappelle,
affreschi, ritratti, ecc.) e per proprio conto. Nel ’53 per la morte di Benedetto Croce ne riproduce un busto imponente in terracotta
(la lavorazione è considerata un virtuosismo tecnico) molto apprezzato. Il senatore Luigi
Gasparotto si adopera per collocarlo in Senato ma muore a sua volta. La voce
comunque circola e in Milano Giovanni Maria Stoppani è sempre più considerato. Acquisisce lavori d’arte funeraria, un’area frequentata da molti artisti.
È vicino inoltre ad ambienti a lui congeniali per affinità sentimentali e di appartenenza culturale. Tra il 1953 e il 1958 collabora con
numerosi disegni a La Martinella, una apprezzata rivista di cultura milanese,
diretta da Emilio Guicciardi. Ammiratore del Porta del De Marchi, Giovanni
Maria Stoppani collabora volentieri, anche sulla base di una consolidata
amicizia.
Emilio Guicciardi, il direttore de La Martinella, era stato infatti prima
allievo del padre di GMS, poi suo amico e compagno di avventure letterarie.
Luigi Guicciardi, figlio di Emilio e suo onnipresente vicedirettore, è un po’ più giovane di Giovanni Maria Stoppani ma ha fatto le stesse esperienze e con lui
si trova bene. Luigi Guicciardi, poi diventato Presidente della 3ª Sezione Penale della Corte d’Appello di Milano e giudice in alcune delle inchieste più scottanti degli anni ’70-’80 (terrorismo in Alto Adige, Sindona, anonima sequestri, Prima Linea), rimarrà sempre buon amico di Giovanni Maria Stoppani e del fratello Pietro.
In quest’ambito Giovanni Maria Stoppani conosce, divenendone stimato amico, Leonardo
Borgese, per vent’anni critico d’arte del Corriere della Sera.
Giovanni Maria Stoppani lavora per privati: arredamento d’interni, affreschi, cappelle, ritratti, ecc. e per gli ambienti religiosi.
Cattolico per tradizione e convinzione ritiene che l’ambiente delle chiese sia adatto all’arte per la maggiore apertura dei visitatori – credenti o meno.
Inoltre la Chiesa, in grande fermento per il Concilio Vaticano II di Giovanni
XXIII, dedica nuove attenzioni all’arte figurativa.
La rivista La Martinella ha svolto tra il 1947 e il 1984 un ruolo di grande
interesse per la cultura milanese e italiana. Fondata da Emilio Guicciardi,
Antonio Negri (freschi vincitori a pari merito del premio di poesia dialettale
Delio Tessa con Alvaro Casartelli ) e Antonio Strazza, con la collaborazione
del filologo e saggista Filippo Fichera e di Antonio Jacono, in pochi anni
riesce a cristallizzare attorno alle proprie pagine l’attenzione di una Milano colta e indipendente sul piano ideologico. Poeti,
letterati, storici, critici, in generale uomini di pensiero per professione o
per diletto, si pongono sempre più numerosi a disposizione della rivista con i propri contributi artistici o scientifici con l’obiettivo sia di sottrarre all’obblio notevoli produzioni letterarie cittadine anche recenti sia di immettere
nuova linfa nell’ambiente culturale della Milano del dopoguerra. Vincitori o vinti che siano, si
ritrovano di nuovo a collaborare con un piede ben saldo nel passato glorioso
della città e l’altro ben alzato verso nuove conquiste.
L’iniziativa è benissimo accolta e sostenuta dalla Milano che pensa e che conta. Il miracolo
si deve soprattutto all’uomo che per trent’anni ha diretto questa eccellente rivista di cultura cittadina.
Emilio Guicciardi (1896-1974) è figlio di Irene Cattaneo e di Decio Guicciardi, apprezzato autore di amare
commedie dialettali sulla piccola borghesia: La torta, El talenton de ca’, La lengua de can, allusive alla corruzione e all’insuccesso degli onesti.
Partecipa con convinzione alla guerra del ’15 (viene decorato al Valore Militare).
Nel 1922 sposa Linda Maggi da cui ha il figlio Luigi (anch’egli per talento scrittore, critico d’arte e di cinematografia e dal 1951 vice direttore della rivista). Lanciatosi
nell’attività editoriale con La Martinella Emilio Guicciardi scrive molto, rapido e bene, in
italiano e in dialetto: racconti, poesie apprezzate da Benedetto Croce (che gli
diverrà amico) o da Pasolini e originali ricerche storiche su Milano.
Giovanni Maria Stoppani (suo padre Antonio è da sempre amico della famiglia Guicciardi e collabora con la rivista di Emilio,
di cui è stato anche insegnante) partecipa alla vita de La Martinella con molti disegni
attraverso i quali si propongono squarci di vita milanese, insieme
sentimentali, tragici e ironici (ricordiamo le illustrazioni per le poesie di
Emilio Guicciardi El caval del Pepin, Briscola, L’avis del Kunfinà, La cà di matt).
Emilio Guicciardi sarà sempre visto con ammirazione da Giovanni Maria Stoppani sia per le lunghe
frequentazioni famigliari sia per il taglio sicuro che sa imporre al suo
contributo alla cultura milanese sia per quella autonomia un po’ spavalda che sarà sempre anche la sua propria cifra esistenziale.
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